Reflex contro Reflex
di Sergio Canini.
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Non ho difficoltà ad
ammettere che la ragion d'essere del mio sito sia di tipo promozionale,
a favore della mia attività di riparatore di altoparlanti. Allo stesso
scopo in passato ho scritto alcuni articoli per la rivista "Costruire
HiFi". Tali articoli, a giudicare dai contatti che in seguito ho avuto,
hanno riscosso un discreto successo. Ora molti mi chiedono perché è
cessata la pubblicazione dei miei articoli su tale rivista. La ragione è
che all'ultimo articolo da me inviato il caporedattore tecnico Massimo
Costa mosse alcuni rilievi tecnici invitandomi a correggere le relative
parti. Ritenendo non ci fossero errori di tipo tecnico mi limitai a
chiarire meglio le parti contestate perché non fossero possibili errori
di interpretazione ma Costa non fu soddisfatto dai chiarimenti e
reiterò la richiesta di correzioni che io non feci. |
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L'articolo non fu pubblicato e così si chiuse il mio
rapporto di collaborazione con la rivista. Tale articolo appare ora alla
pagina" Diffusore non convenzionale" di questo sito. C'era
un punto, fra quelli contestati da Costa, che mi riservai di
approfondire in seguito perché la mia ragione si fondava su impressioni
non verificate sperimentalmente. Io sostenevo che il reflex a
passivo (RP) non perdeva di efficienza se la cassa era riempita con lana
di vetro mentre ciò accadeva per il reflex a condotto (RC) e questa mia
convinzione derivava dal fatto che non avevo mai visto un RC
completamente riempito di materiale assorbente e che neppure la
letteratura consigliava tale soluzione. Costa sosteneva invece che
il funzionamento del reflex a condotto ed a passivo é
esattamente identico e che nulla vieta di riempire un reflex
normale di assorbente. L'opportunità di un approfondimento mi è
stato offerto dalla recente realizzazione del Minidiffusore (che appare
in queste pagine) durante la quale, per verificare la risposta ai
bassi ho per la prima volta utilizzato la tecnica della misurazione
con microfono interno al diffusore ed ho apprezzato la precisione che
con tale tecnica si poteva ottenere. |
Non mi riferisco a
misure assolute di risposta in frequenza ma a misure relative o di confronto
fra due o più sistemi. In breve: ho utilizzato il box visibile nella foto in
alto che ha un volume netto di 11 litri ed è privo della parete superiore.
Ho quindi preparato tre pannelli, l'uno cieco, il secondo con montato un
passivo da 16 cm e massa di 54 grammi, ed il terzo con condotto avente il
diametro di 5,1 cm e la lunghezza di30 cm (per questa ragione esterno,
come si vede nella foto).
Peso
e lunghezza sono stati trovati (sperimentalmente) perché le frequenze
caratteristiche dei due sistemi fossero uguali tra di loro (vedi disegno
a lato) Sulla parete anteriore era invece montato il woofer
MONACOR SPH 165, lo stesso usato nel Minidiffusore e attraverso un foro
praticato su un'altra parete si affacciava all'interno il
microfono di misura, tenuto in posizione da un anello in schiuma
poliuretanica che sigillava anche l'apertura. Appoggiando sul box
alternativamente i tre pannelli si ottenevano quindi le tre condizioni
di funzionamento di box chiuso, di reflex con condotto e di reflex con
passivo. |
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Si potevano pertanto apprezzare immediatamente eventuali
differenze di livello della pressione sonora. I risultati di
tali rilevazioni sono stati tradotti nei grafici visibili a lato
.In entrambi i grafici tali differenze sono stati riferiti alla curva
nera che rappresenta la risposta misurata con microfono esterno in campo
ravvicinato (sul woofer) in condizioni di box chiuso e vuoto. Il
riempimento con 300 grammi di lana di vetro ha evidenziato nella stessa
rilevazione una perdita di 1 db in tutta la gamma esplorata. Le tre
curve del grafico sotto risultano pertanto esaltate di 1 db
rispetto al grafico sopra. Nella condizione di box vuoto la FsB
si poneva (in entrambi i reflex) a 38,5 Hz
ed a tale frequenza si ha il massimo guadagno dei sistemi reflex
rispetto al box chiuso, che raggiunge i 7,5 db per l'RC ed i 7 per l'RP
Le due curve rossa e blu risultano praticamente sovrapponibili entro il
limite di 0,5 db dai 30 Hz in poi. |
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Nella condizione di box pieno la FsB
si poneva a 35 Hz ed il massimo guadagno del
sistema a condotto si attestava sui 6,5 db e di 6 per l'RP, perdendo
quindi entrambi 1 db rispetto al box vuoto. Per contro (entrambi)
guadagnano circa 3 db a 25 Hz. Per il resto valgono le
stesse considerazioni fatte sopra. In entrambi le condizioni (box pieno
e box vuoto) si può notare un analogo andamento della risposta
in frequenza dei due sistemi con una perdita di circa 1/2 db da parte di
quello a passivo nella gamma oltre i 30 Hz, e perdite più rilevanti al
di sotto di tale frequenza. Costa spiega tale perdita rilevante
sostenendo che rimane sempre lo zero della risposta in
corrispondenza della frequenza di risonanza propria del passivo che non
può mai essere di zero Hz (come è teoricamente per l'aria del tubo
reflex che ha cedevolezza infinita) ed in altra parte dice che la
cedevolezza è sempre l'aria, la massa acustica è rappresentata dall'aria
nel tubo o dalla massa del passivo. |
Non ho difficoltà ad
ammettere che, in questa sperimentazione, l'RP risulti, per quanto
riguarda la risposta in frequenza, perdente rispetto all'RC, tuttavia
la spiegazione di Costa non è comprensibile ed appare piuttosto come il
tentativo di spiegare qualcosa che non si è capito. Osservo intanto
che la cedevolezza non è sempre l'aria essendo presente e prevalendo nel
passivo quella della sospensione di foam, mentre nel condotto è
effettivamente solo l'aria, inoltre non è affatto difficile far risuonare il
passivo a zero Hz, basta bloccarlo cioè attribuirgli una massa infinita
invece che una cedevolezza infinita. La spiegazione del diverso
comportamento sta probabilmente nella diversa natura dei due risuonatori.
Nel condotto prevale la componente cedevolezza, mentre nel passivo la massa.
Questa circostanza fa sì che quando tali risuonatori siano eccitati alla
loro frequenza di risonanza, il passivo, che ha una massa di 54
grammi, lo faccia con maggior energia rispetto al condotto, che ha
una massa di circa 2,5 grammi (tale è il peso dell'aria che contiene), ed
essendo (in entrambi) ad FL l'emissione in
controfase rispetto a quella del woofer, produca il passivo una maggior
perdita. Superata FL il risuonatore (condotto o
passivo) si porterà in fase con il woofer alla (giustamente definita)
frequenza di accordo che è una condizione alla quale esso è costretto
ed a cui il passivo, per la ragione detta sopra, si opporrà con
maggior energia determinando quindi quella perdita di 1/2 db da me rilevata.
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Il
grafico a lato si riferisce al Minidiffusore e mostra le due diverse
risposte che si possono ottenere variando il peso del passivo (il
diametro ovviamente è sempre lo stesso). La linea rossa rappresenta un
andamento convenzionale che consente di posizionare i diffusori un po'
dove si vuole, la linea blu si riferisce invece ad un posizionamento
d'angolo con il quale si può ottenere in ambiente, da parte di
diffusori da 10 litri equipaggiati con un woofer da 16 cm, la
riproduzione a 0 db dei 20 Hz! La spiegazione di ciò è nel Diffusore
non convenzionale ma qui aggiungo che ciò è possibile grazie al
reflex a passivo che consente un accordo a frequenze molto basse.
Teoricamente anche il reflex a condotto lo consentirebbe, tuttavia
quando tale condotto assume la lunghezza di un metro e più come sarebbe
richiesto in questi casi questa soluzione diventa impraticabile.
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Ma la risposta in frequenza, di cui fin'ora si è
parlato, da sola non è sufficiente per valutare la bontà di un
diffusore, Altrettanto e forse più importante è la curva di impedenza
che, nel caso ideale, dovrebbe essere una retta. Si tratta di un
risultato impossibile da raggiungere, però non c'è dubbio che, anche in
questo caso, la cura di 300 grammi di lana di vetro ha migliorato la
situazione. Si confrontino le due curve del grafico a sinistra. Si
osserva, in questo caso, che, a seguito del riempimento, le tre
frequenze caratteristiche si abbassano di qualche hertz, ma soprattutto
si ha una drammatica riduzione della ampiezza dei due picchi di
risonanza dimostrata dalla riduzione del relativo valore ohmico. In
particolare quella a 74 Hz, la più pericolosa, passa da 100
a 70 ohm e sposta la sua frequenza da 74 a 68 Hz. Il Qt della stessa,
già molto basso, passa da 0,41 a 0,40. Un altro piccolo vantaggio. |
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Ho
confrontato il mio piccolo reflex da 11 litri con un grande reflex da 50
litri (JBL 4312 A) Tale confronto tornerà utile in seguito e riguarda
solo la risposta in frequenza (vedi il grafico sotto) che, come detto
sopra, non è tutto. Per esempio il JBL è risultato di ben 6 db più
efficiente rispetto al MINI, inoltre non c'è dubbio che la sua
sopportazione di potenza sia infinitamente superiore, così pure la sua
affidabilità ecc. La frequenza di accordo del JBL si pone a 33 Hz con un
condotto lungo solo 20 cm. Aprendo e chiudendo il condotto si è potuto
apprezzare il guadagno del sistema reflex rispetto allo stesso box
chiuso. Tale guadagno è risultato massimo ad FH
con il valore di 3 db. All'interno del diffusore è presente uno strato
di lana di vetro di modesto spessore che ricopre la parete di fondo e
parzialmente quelle laterali. |
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Quando il diffusore riproduce suoni di frequenza
inferiore a 40 Hz, il condotto soffia. Sarebbe stato necessario
un condotto di maggior diametro ma ciò ne avrebbe fatto aumentare anche
la lunghezza. Il difetto, per quanto dico sotto, appare comunque
trascurabile.
Appare evidente, osservandone la risposta in frequenza, che il JBL è
stato concepito per fornire la massima efficienza nella gamma 40 100 Hz,
come richiesto nell'uso professionale il che significa amplificazione di
musica (rock, disco, metal) che non esiste se non amplificata. La cassa
quindi contribuisce a formare sia il timbro degli strumenti sia il
sound complessivo di questo tipo di esecuzioni. Il problema dell'alta
fedeltà in questi sistemi di amplificazione, ivi compresi i diffusori,
non si pone. Il JBL risponde perfettamente all'uso cui è destinato, In
tempi più recenti tuttavia (il 4312 A è abbastanza datato) per
riprodurre le frequenze più basse anche in questo ambito si ricorre
all'uso del subwoofer. |
Non c'è dubbio che in
un piccolo ambiente quale può essere il nostro salotto il MINI esibirà una
gamma bassa più controllata, meno invadente e addirittura un basso più
profondo. Coloro che acquistano apparecchi professionali ritenendoli adatti
per l'uso HiFi debbono sapere che ciò raramente è vero. Lavorare con il
minibox, sostituire il coperchio e vedere cosa succede è stato divertente ed
istruttivo ma ora è tempo di tirare le somme. I due sistemi reflex presi in
esame sono simili nella funzionalità ma diversi negli aspetti costruttivi.Questa
loro differenza rende difficile se non impossibile accordare un
RC di piccole dimensioni a frequenze basse per l'eccessiva lunghezza
del condotto, mentre, come dimostra il JBL con box grandi il problema
non si pone. Il riempimento con lana di vetro, nella quantità indicata,
produce in entrambi i favorevoli effetti visti, senza accentuare le
differenze fra i due. La perdita di efficienza si limita ad un db (alla
frequenza di accordo) ed è ampiamente compensata dal guadagno di ben 3
db che si ottiene a 25 Hz. Fra gli effetti favorevoli del riempimento non ho
ancora citato quello che in effetti è il principale, cioè l'assorbimento
della radiazione posteriore del woofer che altrimenti, dopo essere stata
abbondantemente sballottata all'interno del box , fuoriuscirebbe
attraverso il condotto reflex o attraverso lo stesso woofer (che, essendo di
carta o di altri materiali similari, non rappresenta un schermo sufficiente)
e produce quel suono di cassa che è la causa principale della cattiva
reputazione che hanno i reflex a condotto in ambito HiFi. Il reflex a
passivo, che è in effetti un sistema chiuso, ha comunque una protezione in
più rispetto a tale difetto.
- Sergio Canini.
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