Un diffusore non convenzionale (DNC)
di Sergio Canini
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La non convenzionalità di questo
diffusore non è fine a sé stessa ma è conseguenza dello scopo di
superare i limiti ed i difetti dei diffusori convenzionali. Oltre alle
distorsioni tradizionali (d. armonica ecc.), a cui i diffusori
contribuiscono nella misura più alta, tra i componenti della catena
audio, sono da mettere in conto quelle distorsioni di tipo temporale, e
cioè cattiva risposta ai segnali impulsivi, presenza di code sonore
dovute a risonanze, alterazione della coerenza (temporale) fra
fondamentali ed armoniche nei segnali musicali. A conferma di ciò citerò
solo il fatto che la prova dell'onda quadra, che da sola metterebbe in
evidenza la maggior parte di queste distorsioni, nei diffusori non viene
neppure tentata o proposta, dando per scontato che non siano in grado di
superarla. Il diffusore di cui vi presento il progetto e che voi potrete
realizzare non ha i difetti citati o li ha in misura ridotta
Questo diffusore, oltre che per uso HI-FI, è
particolarmente adatto quale monitor per gli studi di registrazione.
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- La sua accuratezza nel riprodurre
i dettagli e la sua risoluzione lo rende infinitamente superiore a
quelli che un certo conformismo ha portato a considerare i tipi più adatti
a questo scopo. L'industria discografica, se adottasse questo diffusore,
farebbe un balzo di qualità (verso la vera HiFi) superiore a quello
determinato dall'introduzione del digitale. Anche per l'home theatre, in
soluzioni di livello massimo si otterrebbero i massimi risultati
adottando questo diffusore per i canali anteriori.
da 20 a 100Hz
La riproduzione delle frequenze più basse, per l'autocostruttore di
diffusori è, il più delle volte, il motivo dominante di questa sua
attività e, se egli è attivo da un po' di anni, ha sicuramente
sperimentato i vari sistemi che esistono, dal labirinto al doppio reflex
(a me manca solo il dipolo, poi me li sono fatti tutti). In questo caso il
sistema adottato è il reflex a passivo che la letteratura
descrive equivalente al reflex a condotto
ma ciò è vero solo relativamente alla risposta in
frequenza.
L'andamento della risposta in frequenza ritenuto ottimale, per le
frequenze basse, è quello che viene definito maximally flat che,
accreditato da una matematicizzazione maniacale da parte
di ricercatori che non avevano niente di meglio da fare è diventato
un protocollo per i progettisti di diffusori. Questa soluzione produce in
realtà in ambiente un risultato tragico
per l'eccessivo rinforzo che l'ambiente stesso produce in una ben precisa
gamma delle frequenze basse.
Ciò è comprensibile se si considera che l'ascoltatore riceve, oltre al
suono diretto, anche i suoni riflessi dalle pareti della stanza. E' noto
che ogni riflessione, se giunge all'orecchio in fase con il suono diretto,
produce un incremento del livello di pressione sonora di 3db; essendo nel
nostro caso 5 le riflessioni principali potremmo avere un incremento di
15db se tutte le riflessioni fossero in fase tra di loro e con il suono
diretto. A 20 Hz.,a cui corrisponde una lunghezza d'onda di circa 17
metri, tale condizione non si verificherebbe solo se i suoni riflessi
avessero percorso un cammino più lungo, rispetto al suono diretto, di
circa 8 metri (pari a mezza lunghezza d'onda). Un po' di calcoli ci fanno
capire che, nel nostro ambiente, a 20 Hz tutte le riflessioni principali
sarebbero in fase, a 50 (6,8 metri) alcune non lo sarebbero ed a 100
potremmo contare su una sola riflessione utile, mentre le altre si
annullerebbero fra di loro. Tirando le somme potremmo concludere che
l'incremento di livello operato dalle riflessioni varrebbe 3 db a 100, 9db
a 50 e 15 a 25Hz. Dovremmo anche mettere in conto l'incremento dovuto alla
mutua radiazione fra i due woofer, dando per scontato che il sistema sia
stereo; anche questo incremento varrebbe, alle frequenze più basse, 3db.
Ho sottoposto a verifica questa teoria misurando la risposta in
frequenza nel punto di ascolto con entrambi i diffusori in funzione, in
dieci diversi ambienti. I diffusori sono naturalmente i nostri, la cui
risposta misurata alle basse frequenze è quella
mostrata dalla
fig. 1, cioè
complementare rispetto alla (ipotizzata) curva di rinforzo prodotta dalle
riflessioni ambientali. In fig.
1 bis
la risposta simulata al computer.
Chi è pratico di misure in ambiente sa che, a causa delle onde
stazionarie, è impossibile ottenere risposte in frequenza lineari; in
tutti gli ambienti si è comunque apprezzata la presenza delle frequenze
più basse, l'assenza del
rigonfiamento a 50 Hz (tipico con i
diffusori convenzionali e di cui ho parlato sopra)
e l'eccezionale smorzamento di tutte le risonanze.
La
fig. 2
rappresenta la media delle risposte nei 10 diversi ambienti .
Come si può osservare 20 Hz sono riprodotti a - 2,5 db.
Non male
Il trasduttore ideale per questa gamma sarebbe il woofer
AR 20001; ha una bobina a lunga corsa da 2 pollici ed un cono in
polpa di cellulosa morbida per ottenere una bassa produzione di armoniche
da cui sono invece affetti i coni rigidi. Purtroppo l'AR non è di facile
reperibilità, in sostituzione può essere impiegato il Monacor SPH
210 caratterizzato da bassa risonanza ed alto smorzamento,
tutto sommato abbastanza simile al modello ideale..
L'andamento in frequenza descritto sopra è stato ottenuto con l'aiuto di
un passivo avente massa di 100 grammi ed un volume netto del cabinet di 27
litri. Le due risonanze del sistema (fl
ed fh) cadono a 17 ed a
47 Hz e la frequenza di accordo (fsB)
è a 25 Hz. Il cabinet è completamente riempito di lana di vetro a
media densità il che, unito al fatto che il sistema è chiuso assicura la
cancellazione della radiazione posteriore del
woofer che nei reflex a condotto causa la fastidiosa coda sonora che rende
questo sistema inadatto all'uso high end.
Nel bass-reflex classico, per ottenere questo accordo sarebbe stato
necessario un condotto lungo circa 1,5 metri,
praticamente impossibile da realizzare.
- Chi volesse saperne di più legga la
pagina "reflex contro
reflex".
Richiamo l'attenzione sul fatto che la gamma più bassa è riprodotta dal
passivo il quale in pratica fa il lavoro sporco
evitando al woofer attivo le grosse escursioni sempre causa di
intermodulazione con le frequenze medie.
oltre
i 100 Hz
Questa gamma è riprodotta sia dal woofer che dal tweeter con una frequenza
di transizione fra i due di 1500 Hz ottenuta a mezzo del filtro meccanico
che si può vedere nelle foto e nei disegni. Questa
soluzione (del filtro meccanico) comporta i seguenti vantaggi (rispetto al
crossover tradizionale):
1) non introduce risonanze (il crossover è in effetti un circuito
risonante, anche se per pudore i testi sacri non lo dicono - vedi
crossoverless
-) che causano enfasi indesiderate e
code sonore.
2) non introduce ritardo di gruppo nella banda di lavoro del woofer, il
che produce perdita di coerenza fra armoniche e fondamentale di un segnale
musicale, con grave degrado dello stesso segnale.
3) annulla il break-up del woofer (picco molto stretto nella risposta in
frequenza difficilmente rilevabile strumentalmente ma molto bene
avvertibile dall'orecchio);
4) minimizza la distorsione di ordine elevato propria
del woofer sulla quale invece il crossover (che si
trova a monte) non ha azione alcuna; tale distorsione contribuisce
per la percentuale più elevata alla distorsione totale di
un sistema HI-FI e trattandosi di prodotti a
frequenza elevata, essi si
concentrano sull'asse del
cono (proprio dove si trova il filtro meccanico - a
valle- che li cattura) e
producono quel suono sgradevole di cui è facile fare
esperienza ponendosi vicini e sull'asse di un altoparlante in
funzione.
5) avendo anche funzione di lente acustica,
mantiene l'angolo di dispersione del woofer ampio, costante ed
indipendente dalla frequenza consentendo un raccordo non "traumatico" con
il tweeter, il quale ha,alla frequenza di transizione, la sua dispersione
più ampia, mentre il woofer, in assenza del filtro meccanico, avrebbe
la sua più stretta ;
6) qualora, come in questo caso, si tratti di un sistema ad alto
smorzamento, permette di ottenere il miglior risultato possibile
mantenendo stretto l'accoppiamento elettrico woofer - amplificatore,
non introducendo alcune elemento resistivo fra i due come farebbe invece
una bobina che avesse la stessa funzione elettrica.
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Acuti Una frequenza
di transizione di 1500 Hz impone l'uso di un tweeter a bassa frequenza
di risonanza. Alcuni fabbricanti risolvono questo problema usando
un tweeter con cupola da 38 mm che però ha una scarsa attitudine a
riprodurre frequenze superiori ai 10 KHz. Pertanto questa soluzione non
mi piace. La soluzione ideale sarebbe di utilizzare un tweeter con
cupola da 25 mm però con bassa Fs, ove per bassa si intende non
superiore ai 700 HZ. Poichè tale componente non esiste sul mercato (io
non l'ho trovato), ho deciso di costruirmelo. Beninteso non ex novo, che
non ne avrei avuto la possibilità, ma ex Monacor DT 101 SK.
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Si tratta di un componente che ha il
polo centrale forato e camera posteriore (si veda la pagina
Tweeter rotto ) e che già
esibisce una risonanza di 890 Hz, tuttavia ancora alta per questa
applicazione. La modifica consiste nel togliere la parete posteriore della
camera, rendendo pertanto la Fs dipendente solo dalla cedevolezza della
sospensione e liberandola dall'effetto prodotto dalla compressione dell'aria
nella camera Questa modifica consente di abbassare la risonanza al
valore record di 410 Hz. Si tratta ora di attenuare l'emissione posteriore
della cupola per evitare che vada in giro a fare danni. Come mostra la foto
sopra si applica posteriormente un tubo di
PVC (incollandolo con abbondante colla epossidica)
che poi si provvederà a riempire con spugna poliuretanica. Per evitare la
formazioni di onde stazionarie nella camera posteriore così ottenuta,
conviene frazionarla in tre volumi fra di loro comunicanti, a mezzo di
dischi di cartone a cui si taglierà uno spicchio, in modo ,da creare una
specie di labirinto. Si approfitterà inoltre per un ulteriore
upgrading che consiste nell'eliminare la parte di flangia eccedente,ed
arrotondare quella rimanente ; il disegno di
fig. 3 è esplicativo.Questo upgrading
serve per eliminare la diffrazione del bordo ed avere quindi una risposta
più lineare.
Il componente deve essere montato in aria fissandolo con un
supporto sagomato ed arretrandolo rispetto al woofer per un corretto
allineamento temporale (
fig. 4).
In realtà la soluzione è di compromesso, perchè la misura dell'arretramento
del tweeter rispetto al woofer, a causa della non sovrapponibilità delle
loro curve di fase, assume valori diversi in funzione della frequenza di
prova. Si tratta di mediare fra i diversi valori tenendo anche in
considerazione la risposta in frequenza. Per fortuna esiste un segnale che
permette di semplificare la procedura: si tratta dell'onda quadra. Questo
diffusore riesce a riprodurre una buon approssimazione dell'onda quadra il
che testimonia della bontà del compromesso trovato.
Il woofer passivo
Deve essere del tipo raffigurato nella
fig. 3 A
cioè privo di centratore e con sospensione
in foam. Potreste avere delle difficoltà a trovarlo e dovrete in ogni
caso regolarne la massa che deve essere di 100 grammi. Conoscendo
la massa originale applicherete sulla membrana, incollandola con colla
neoprenica, una massa aggiuntiva costituita per esempio da un disco di
cartone o di legno. Non conoscendo la massa originale potete comunque
completare il diffusore, ivi compreso il riempimento con
lana di vetro; ciò fatto misurerete, attraverso la curva di
impedenza, dove cade la
prima risonanza e con
delle piccole masse aggiuntive sul passivo la
aggiusterete a17 Hz.
Se non trovate il passivo ve lo dovrete costruire incollando su un disco di
cartone in più strati, oppure di legno, avente il diametro di 15,1 cm.
e peso 100 grammi una sospensione di foam da 8 pollici (20 cm), si veda
ancora la fig. 3A.
Affinche' con il tempo e per effetto del peso il disco non si inclini in
dentro o in fuori, la sospensione dovrebbe essere incollata su un piano
mediano rispetto alle due superfici, inoltre il sistema dovrebbe essere
abbastanza bilanciato (come le gomme dell'auto) per evitare sblateramenti
sulle frequenze più basse.
Questo passivo autocostruito si applica al diffusore incollandolo
con colla neoprenica direttamente al legno della
cassa. A questo scopo si pone una tavoletta al di sotto del
foro nel quale esso deve essere montato e la si fissa con due chiodini,
quindi ve lo si appoggia eventualmente interponendo degli spessori affichè
lo stesso risulti a filo del pannello e perfettamente posizionato. Quindi si
incolla il bordo esterno della sospensione all'orlo del foro e si fa
asciugare, dopo di che si toglie la tavoletta e gli spessori. Il
passivo si può montare sia anteriormente che
posteriormente al diffusore con una leggera
preferenza per la sistemazione posteriore.
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il cabinet
Due parole sul cabinet: il suo volume interno è di 27 litri ed il
disegno (fig.
4) mostra le quote e come deve essere costruito (fig.
5). Potreste dargli anche una forma diversa da quella
indicata, conservando beninteso lo stesso
litraggio; evitate comunque la tanto di moda forma a colonnina a causa
della ineliminabile risonanza che si genera in funzione dell'altezza.
Evitate anche di allargare il pannello frontale che deve inoltre essere
spesso 4 cm. affinchè sia possibile arrotondare tutti gli spigoli
anteriori (orizzontali e verticali), eccetto quello di base, con il
raggio di curvatura indicato nel disegno (con una dima di controllo il
lavoro vi riuscirà perfettamente); le altre pareti potrebbero essere da
due centimetri. Considerato lo spessore potete usare qualsiasi tipo di
legno o di derivato. Io vi consiglio il medium density. Per quanto
riguarda l'aspetto estetico, eventuali strutture (legno o metallo) siano
costruite in maniera che non vibrino ed i singoli elementi (listelli o
tondini) abbiano una sezione non superiore al centimetro quadrato per
evitare di reintrodurre le diffrazioni che abbiamo eliminato
arrotondando gli spigoli.
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Dettagli Costruttivi e Regolazioni
Come vi ho anticipato prima la cassa deve essere completamente ed
uniformemente riempita di materiale assorbente; dovrete usare esclusivamente
lana di roccia nella quantità di 0,7 Kg. per ogni
cassa. Lasciate 5 cm. di aria tutto attorno al woofer e dietro il passivo o,
meglio, riempite questi spazi con fibra acrilica a bassa densità. Non avrete
difficoltà a costruire il filtro meccanico osservando le foto ed i disegni (fig.
6). Si tratta di un cilindro di rete metallica a maglie
saldate da 0,6 cm, avente il diametro di 12 e l'altezza di 8 cm che deve
essere riempito con 50 grammi di lana di roccia (non sostituibile) disposta
uniformemente. Questo dispositivo viene poi montato sopra il woofer il più
vicino possibile ma non tanto da limitare il movimento del cono.Il crossover
si riduce ad un condensatore da 6,8 uF e ad un attenuatore ad impedenza
costante, entrambi in serie al tweeter. L'attenuatore dovrebbe essere
regolato per una attenuazione di 7db (meno di metà corsa); trattandosi però
di una regolazione di compromesso potete ricercarne una, intorno a quella
indicata, per voi migliore. L'attenuatore potrebbe anche essere sostituito
da due resistenze (partitore resistivo), però usando un tipo robusto (da 100
watt) non esiste la possibilità inconvenienti anche futuri (perdite di
contatto); non vedo perchè rinunciarvi. Consiglio di montare questo elemento
esterno, dietro il tweeter, ponendogli accanto anche il condensatore e
fissando entrambi con colla termofusibile. Davanti al tweeter, in asse con
la cupola, ed alla distanza di un centimetro, ponete una sfera in materiale
duro da circa 2 cm di diametro (se la trovate cava
riempitela di colla termofusibile), che serve ad evitare
un'eccessiva direzionalità sulle altissime.
Note Finali e Conclusioni
In questo diffusore, di sui in
fig. 7
vedete il prototipo, sono stati adottati tutti gli accorgimenti possibili
per assicurare le massime prestazioni. Alcuni di
questi accorgimenti sono presenti anche in altri diffusori, in particolare
in quelli high end (fig
8), però mai tutti insieme. Vi sono inoltre alcune soluzioni
originali non presenti altrove. Ogni provvedimento comporta un piccolo
miglioramento e tutti insieme fanno la differenza. Circa l'ascolto mi limito
a dirvi che vi accorgerete che nei vostri dischi ci sono molte più
informazioni di quante non pensavate. Dovrete abituarvi a questo tipo di
riproduzione un poco alla volta: vi sembrerà che ci siano troppi acuti e
potrà accadervi di avere l'impressione che gli altoparlanti siano guasti dal
momento che questo diffusore riesce a riprodurre anche i rumori accidentali
presenti in molte registrazioni, rumori normalmente non udibili con i
diffusori normali. L'efficienza (quasi 90 db) sembrerà bassa dal momento che
potrete spingere al massimo il vostro amplificatore senza udire distorsione.
Circa le misure da segnalare quella relativa alla
curva di impedenza (fig.
9) che mostra picchi contenuti al di sotto dei 100 Hz a
conferma dell'eccezionale smorzamento delle risonanze del sistema reflex, e
linearità paragonabile a quella di una resistenza nel resto della gamma; la
fase elettrica è contenuta entro 20° da 100 a 20.000KHz. Un carico davvero
facile per qualunque amplificatore.
Collocazione in ambiente
(fig. 10)
Come spiegato precedentemente, il diffusore si
avvantaggerà, per regolarizzare la propria gamma bassa, delle riflessioni
operate dalle pareti della stanza.
Affinché ciò avvenga i diffusori devono essere posti
a ridosso della parete di fondo e sollevati di 0,5 - 1 metro
dal pavimento. Se si vuole ottenere il massimo rinforzo delle
frequenze basse , specialmente se la la stanza è di dimensioni medio
piccole, un'ottima sistemazione è negli angoli della parete più stretta,
tenendo conto che le precauzioni che si prendono con i diffusori
convenzionali in questo caso non servono e sono anzi controproducenti.
Anche gli elementi architettonici e di arredo producono riflessioni che
riguardano però le frequenze medie e alte. Per non degradare la prospettiva
acustica che la stereofonia permette di ricostruire, queste riflessioni,
riferite ai due diffusori, devono risultare pari e speculari.
Pertanto se a destra c'è una poltrona, come pure una finestra, una
libreria, un mobile ecc., gli stessi elementi devono (dovrebbero) trovarsi
anche a sinistra.
E' inoltre necessario che la semistanza dalla cui parte sono collocati i
diffusori sia morta, ovvero assorbente, mentre l'altra può
essere viva, cioè moderatamente riverberante (dead to live).Tutto ciò
allo scopo di eliminare le prime riflessioni, quelle che l'orecchio non
riesce a separare dal segnale diretto che risulterebbe pertanto distorto
temporalmente. Vi possono aiutare tappeti, tendaggi (pesanti), moquette,
sughero ecc.;in mancanza ricorrete ai pannelli fonoassorbenti che si trovano
in commercio. Non trascurate il problema, non evitate di trattare il
pavimento (tappeto) ed almeno il metro di parete dietro ed a lato del
diffusore; il soffitto, a meno che non sia quello basso di una mansarda, può
rimanere nudo. Tutte le superfici trattate con i materiali citati
manterranno il loro potere riflettente nei confronti delle frequenze basse
che non saranno quindi attenuate. Se sarete stati in
grado di assicurare le condizioni descritte in questo ultimo capitolo
otterrete bassi possenti, profondi e frenati ed una drammatica ricostruzione
del centro, in mancanza il risultato finale (l'ascolto) sarà estremamente
deludente e tanto varrebbe rinunciare alla costruzione.
Note per l'autocostruttore
Ricevo parecchie richieste da parte di
autocostruttori che avrebbero intenzione di realizzare il DNC, per
ascoltarlo. Poiché non tengo questi diffusori in dimostrazione nel mio
laboratorio sono costretto a disturbare qualche amico che li ha
realizzati ad ospitarci a casa sua per l'occasione. Il risultato della
dimostrazione è in genere deludente per varie ragioni: la collocazione dei
diffusori nell'ambiente non è mai ottimale, i dischi disponibile per la
prova, specialmente quelli che si porta l'interessato, presentato i
tipici difetti dovuti alla tecnica di ripresa e di manipolazione del suono
che il DNC mette drammaticamente in evidenza, pertanto la prova risulta
insoddisfacente. Ma c'è un'altra ragione più importante. Negli ultimi 50
anni i fabbricanti di diffusori ci hanno abituato ad un tipo di riproduzione
che tende alla piacevolezza piuttosto che alla verità. Un diffusore che non
nasconda le asprezze presenti nel suono di un violino o di una tromba, o la
metallicità delle note del pianoforte, quando le corde sono percosse con
violenza, può inizialmente lasciare sconcertati. In altre parole chi intenda
realizzarlo, deve essere convinto che le scelte progettuali del DNC
siano giuste piuttosto che tentare di raggiungere questa convinzione
attraverso una prova di ascolto estemporanea. Aggiungo che non conosco
nessuno fra quelli che disponga del DNC, anche nelle versioni precedenti
all'attuale, che vi abbia rinunciato per passare ad altro diffusore.
il DNC nella realizzazione del Sig.
Marco Amboldi
il DNC nella realizzazione del Sig.
Massimo Pagliero
Reperibilità materiali
Non dovrebbero esserci difficoltà, i prodotti MONACOR sono ben distribuiti.
Sono comunque in grado di fornirli io stesso, ai prezzi sotto indicati:
Woofer Monacor SPH 210
|
€
82,50
cad. |
Tweeter DT 101SK
modificato |
€
65,00
cad. |
Woofer passivo
|
€ 35,00
cad. |
Attenuatore 50 watt |
€
20,00
cad. |
Condensatore LSC 68
(6,8uF) |
€ 6,00
cad. |
Vaschetta contatti dorati |
€10,00
cad. |
Filtro meccanico |
€ 35,00
cad. |
woofer AR
200001 |
telef.
per disp. e prezzo |
Didascalie figure:
Fig. 1: Emissioni del woofer e del radiatore passivo (rilevate entrambe "per
punti").
Fig. 2: Risposta in ambiente del diffusore (v. testo), sempre rilevata "per
punti".
Fig. 3: Dettagli utili per la "customizzazione" del tweeter e per la
realizzazione del radiatore passivo.
Fig. 4: Sezione verticale (sulla mezzeria) del diffusore, con indicazione
delle principali quote da rispettare.
Fig. 5: Possibili versioni del diffusore (è necessario in ogni caso
rispettare il valore del volume interno).
Fig. 6: Dettagli costruttivi del "filtro meccanico" (v. testo).
Fig. 9: Curve di impedenza e di fase elettrica.
u. rev. 13/10/07
Sergio Canini.
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