Diffusore de
Luxe (Cliccare
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di Sergio Canini
Chi ha realizzato il diffusore non
convenzionale (D.N.C.) si sarà dannato nella ricerca di materiale registrato
all'altezza di questa realizzazione, in altre parole avrà notato che la
maggior parte di esso suona male, nel senso che risultano evidenti difetti
dovuti alla non corretta ripresa del suono od alla sua manipolazione. A me
personalmente la cosa che risulta più fastidiosa è la presenza del riverbero
negli stessi due canali stereofonici. Il fatto che nella riproduzione questo
riverbero, che dovrebbe essere il prodotto delle riflessioni delle pareti
del mio ambiente di ascolto sia invece riprodotto e provenga
dai diffusori, mi toglie ogni possibilità di considerare la
riproduzione realistica.
Ricordo le mie
prime registrazioni con il gelosino : la differenza che per
prima si notava rispetto al live era proprio la presenza
del riverbero. Sta di fatto che una volta la ripresa del suono veniva
effettuata in ambiente semianecoico. Poi qualcuno ha cominciato ad
aggiungere il riverbero, registrando in ambienti
riverberanti oppure usando il riverbero artificiale; a quel tempo (non
esisteva ancora la stereofonia e neppure la High Fidelity) la cosa è
piaciuta ed è stata generalizzata. Da allora non ce ne siamo
più liberati ; è da vedere con favore l'attuale sviluppo dell'audio
multicanale, per ora finalizzato a riprodurre la colonna sonora dei film
e che, quando supererà l'attuale ostracismo degli audiofili (per loro
l'alta fedeltà è una religione e la stereofonia un dogma), potrà
risolvere la questione avendo canali per il riverbero dedicati
. Per abbellire il suono riprodotto non c'è solo il riverbero,
però non è di questo che voglio parlare. Quello che voglio dire è che
costituisce errore l'dea stessa di abbellirlo, e da parte di chi
ascolta, di giudicare la qualità della riproduzione sulla base della sua
piacevolezza piuttosto che sulla sua somiglianza con il live. |
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Beninteso ognuno fa quello che vuole, però
non si parli di alta fedeltà. Questo pistolotto iniziale serve a
giustificare il progetto di questo
Diffusore de Luxe che non
pone problemi rispetto al materiale registrato, anzi maschera eventuali
difetti e rende piacevole qualsiasi riproduzione. Se il
D.N.C. ed il D.D.L. fossero due prodotti americani,
il primo sarebbe classificato nella categoria " Estremate High Fidelity" il
secondo in quella "State of the Art" (e li paghereste probabilmente
una ventina di milioni ciascuno).
Ma veniamo al
nostro diffusore. Si tratta di un sistema a tre vie, non perchè tre sia
meglio di due, quattro meglio di tre e così via (eppure c'è ancora
qualcuno che lo crede), ma perchè diventa una necessità impiegando,
come in questo caso, un woofer da 30cm. Questo woofer è il Monacor
SPH 300 CTC
che non può che essere definito straordinario, con la sua
risonanza a 18 Hz ed il Qts di 0,19. Volendolo paragonare a qualche
woofer storico bisognerebbe tirare in ballo il mitico AR11. In più
questo ha il cestello in pressofusione che garantisce il mantenimento
delle prestazioni nel tempo. Esso dispone inoltre
di una doppia bobina da 2 x 8 ohm che ci permetterà interventi nella
gamma dei bassi altrimenti impossibili, vedremo come. |
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Il programma che ho sul mio computer per gli
altoparlanti suggerisce per l'SPH 300 un funzionamento in bass
reflex con la solita risposta maximally flat che produce il
risultato
già visto nel DNC. Non mi faccio impressionare dai
paroloni, anche se in lingua inglese, e raddoppio il volume prevedendo
inoltre l'utilizzo di un passivo con risonanza propria
a 20Hz. Il CAAD digerisce male questa soluzione però non avendo ancora la
piena autonomia è costretto a mostrarmi la risposta in funzione di queste
modifiche. Ora l'andamento è più morbido, calante a partire dai 100 Hz ma
con i 20 ancora ben presenti. Sicuramente il gioco delle riflessioni
compenserà le perdite portando ad una ottima risposta in ambiente,
preferibile a quella gonfia e invadente della maximally ecc. Ma come
utilizzare la seconda bobina? La prima idea è quella di usarla solo al di
sotto dei 100 Hz sottoponendola ad una induttanza da 10 mH, inoltre la
si può inserire o meno. La seconda idea è che quando non è inserita
sia cortocircuitata per diventare un vero e proprio freno elettromagnetico.
Un L-Pad ( attenuatore ad impedenza costante) consente un passaggio graduale
dall'una all'altra condizione. Voglio precisare che non si tratta di passare
da una condizione in cui i bassi sono presenti ad una in cui non lo sono,
bensì da una in cui i bassi sono esuberanti ma gradevoli in certe
situazioni, ad un'altra in cui sono precisi e controllati.
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Impostato a
grandi linee il funzionamento del Woofer, passiamo al medio. Anche in
questo caso avevo in mente un componente di alta scuola, tipo AR o
Allison tuttavia questi componenti, se sono disponibili lo sono solo
come ricambi per i diffusori sui quali sono montati. Ma non è da
considerare un ripiego se la mia scelta è caduta su un componente che è
solo per ragioni di mercato se non è entrato nella storia dei grandi
trasduttori, si tratta di un componente ITT siglato
LPKM 130/50/140 FTP,
esso ha una cupola in tessuto morbido trattato (diffido delle cupole
metalliche) doppio magnete in ferrite da 100 mm, ed ha una
risonanza intorno ai 300 Hz che lo rende adatto a lavorare a partire dai
500. Esiste anche un modello, più antico, con magnete in alnico. E' del
tutto indifferente usare l'uno o l'altro. |
Per il tweeter
si torna in casa Monacor con il DT 119, un componente con cupola in
tessuto da 19 mm, anch'esso con doppio magnete in ferrite .Il DT 119 è
perfetto per un sistema a tre vie con frequenza di incrocio a 5000 Hz
ove il medio ITT spontaneamente inizia la curva di attenuazione. La
scelta dei tre componenti indicati, caratterizzati da una risposta molto
regolare, semplifica anche la progettazione del crossover nel quale ho
previsto solo elementi in serie per evitare ogni tipo di risonanza
elettrica che si determina quando sono presenti anche celle in parallelo
(vedi
crossoverless). |
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L'unica eccezione è la cella di
compensazione dell'impedenza in parallelo ad una delle due bobine del woofer,
nella quale comunque la resistenza ha anche il compito di smorzare qualunque
risonanza. Anche per il medio e per il tweeter è previsto un attenuatore
identico a quello usato per il woofer. Veniamo ora ai particolari
costruttivi. Il cabinet ha un volume interno netto di 50 litri e , volendo
dargli una forma slanciata, la base potrebbe misurare 30 x 32 e l'altezza 53
cm. Desiderando un'altezza maggiore si può pensare di collocarlo
su una base solida e non risonante, magari anch'essa autocostruita.
Considerando le dimensioni non da minidiffusore consiglio di montare
nell'interno listelli di irrobustimento ed almeno un tirante che
colleghi il pannello anteriore a quello posteriore. Il cabinet deve inoltre
essere riempito totalmente di lana di vetro o di roccia disposta
uniformemente (non solo sulle pareti). La quantità necessaria è di 1,5 Kg
per ogni diffusore.
La costruzione
del passivo, è simile a quanto descritto a proposito del DNC però in
questo caso il diametro del disco (di legno o di altro materiale duro)
deve essere di 23,8 cm e la massa di 150
grammi; la sospensione in foam da 12" (uguale a quella del woofer ).
Questo passivo andrà poi collocato posteriormente in basso. Sarà bene
mettere all'interno una grata o una semplice rete metallica
affinché la lana di vetro non ne ostacoli il
movimento |
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Il crossover è
così semplice che non è il caso di montarlo su circuito stampato, è
sufficiente ancorare i componenti su una striscia di masonite (faesite,
compensato, bakelite, vetronite ecc) e fare i collegamenti da punto a
punto con cavo di buona sezione. La grossa induttanza da 10 mH è
preferibile ancorarla direttamente al mobile; evitare l'uso di viti di
ferro per ancorare le altre due induttanze in aria . Tutti i
condensatori sono MKT (in ogni caso non elettrolitici). Gli L-Pad,
disegnati nello schema in maniera semplificata, sono da 100 watt per
garantire la costanza del contatto nel tempo. Questi
componenti sono stati previsti perchè siano utilizzati tutte le volte
che serve e non una tantum, suggerisco
pertanto di montarli sul pannello anteriore, magari incassati
affinchè le manopole non sporgano. Terminata la costruzione, se non si
sono commessi errori, non rimane che regolare i tre attenuatori per
ottenere il risultato desiderato, in rapporto al tipo di materiale |
che si riproduce, alle
caratteristiche acustiche del proprio ambiente di
ascolto ed al proprio gusto. Prima che agli attenuatori, che
possono essere regolati in qualunque momento, è però necessario
ottimizzare la collocazione. Questo diffusore, contrariamente ad DNC non
gradisce la collocazione d'angolo che enfatizzerebbe troppo le frequenze
basse. E' preferibile la collocazione classica, vale a dire
distanziato di uno due metri dalla parete di fondo e di poco meno da
quelle laterali. E veniamo agli attenuatori. Per quello del woofer è
intanto da evitare la posizione di massima attenuazione che
provocherebbe un surriscaldamento della bobina
mobile e dello stesso attenuatore. Per tutti e tre il campo di
regolazione va dalla metà a fine corsa. Consiglio di effettuare le
regolazioni con brani cantati, con i quali è più facile evitare di
commettere errori grossolani. I materiali ed i prodotti necessari per la
costruzione di questo diffusore dovrebbero essere facilmente reperibili.
Il loro costo complessivo può apparire elevato, vogliate tuttavia tenere
presente che un diffusore con questi componenti e queste prestazioni
costerebbe dalle 10 alle 20 volte tanto. Se poi dovesse avere anche la
stessa flessibilità sarebbe introvabile. Per chi avesse difficoltà
a reperire gli stessi componenti sono a disposizione per fornirli io
stesso ai prezzi sottoindicati.
Buon lavoro.
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Woofer Monacor SPH 300 CTC |
€ 245,00 cad |
Midrange ITT LPKM 130/50/140 FTF |
€ 180,00 cad |
Tweeter Monacor DT 119 |
€
30,00 cad |
Woofer passivo 30 cm |
€
40,00 cad |
Attenuatore Monacor AT 60 SK 100 watt |
€
15,50 cad |
Condensatore MKT 47 uF (Monacor LSC -470) |
€ 38,00 cad |
Induttanza 10 mH con nucleo (Monacor LSI-100T) |
€ 20,00 cad |
Induttanza 2,7 mH in aria (Monacor LSIP 270) |
€
15,00 cad |
altri componenti |
€ 3,00
- 6,00 cad |
Sergio
Canini 9/12/02
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